Avete mai fatto l’escursione da San Rocco di Camogli a San Fruttuoso in Liguria? Io sì e ve la consiglio tantissimo: è una delle più suggestive della regione e senza dubbio la più emozionante all’interno del Parco Naturale Regionale di Portofino. Oggi vi parlo di una curiosità che ho avuto il piacere di scoprire proprio durante il cammino. Una racconto, a metà strada tra leggenda e storia, che in Liguria esiste da anni e che non smette di appassionare i più curiosi. Si tratta della leggenda di Cala dell’Oro, un’insenatura (il cui accesso anche via terra è vietato) che possiamo ammirare percorrendo il sentiero sul mare da Camogli a San Fruttuoso.
Passando di lì non ho potuto fare a meno ammirare e fotografare questa insenatura. Poi, una volta ripreso il cammino, ecco che una domanda ha iniziato a frullarmi in testa: “Ma perchè si chiama proprio Cala dell’Oro? C’è forse dell’oro nascosto laggiù?“. La risposta è no, ovviamente. O almeno… non oggi. Sì perchè il nome Cala dell’Oro viene effettivamente fatto risalire ad antiche leggende che evocano pirati, mappe e tesori nascosti. Verità? Fantasia? Non si sa, ma una cosa è certa: esistono documenti storici che dimostrano come davvero i pirati saraceni raggiungessero Cala dell’Oro, non per cercare oro ma per rifornirsi di un bene comunque prezioso: a pochi metri dalla riva, dalla fenditura di un masso sgorga infatti acqua dolce perenne.
Inoltre l’ex Caserma della Finanza che si intravede poco sopra la costa, ormai invasa dalla vegetazione, ospitava un contingente di finanzieri per impedire il contrabbando di sigarette, diffuso nel dopoguerra. Questa è storia, fatti realmente accaduti. Ma è bello a volte lasciarsi trasportare dalle leggende. E allora mettetevi comodi: è soprattutto la leggenda del pirata turco Dragut ad essere associata a Cala dell’Oro in Liguria. Il racconto che leggerete è tratto
dalla raccolta antologica “Ambiente e Civiltà”, del 2006. Bene, cominciamo…
Cala dell’Oro in Liguria: la leggenda del pirata Dragut e del tesoro nascosto
La leggenda del pirata Dragut risale al 1500, quando i pirati saraceni proveniente da Nord Africa e Turchia attaccavano e saccheggiavano le coste del Mediterraneo prendendo in schiavitù donne, uomini e bambini. Dragut era uno di questi pirati saraceni, il più temibile secondo molti. Egli era a sua volta luogotenente di Khair-ed-Sin, conosciuto
in occidente come Barbarossa. Era il 1557 quando Dragut, dopo aver imperversato su Recco, aver rubato tesori e persone da vendere come schiavi, portò le sue navi di fronte a Camogli. Qui avvenne l’impensabile: Dragut fece dietro front senza attaccare il borgo levantino, forse grazie agli scogli davanti al porto che fermarono l’avanzata delle navi.
Si fece notte. Mentre alcune navi di Dragut facevano rientro a Tunisi, il pirata saraceno si diresse a Est lungo la costa di Portofino, in cerca di un luogo dove nascondere il bottino per poi recuperarlo in un secondo momento. È in quel momento che Dragut vide una piccola cala, perfetta per il suo scopo. In fondo alla cala, egli trovò una piccola grotta e nascose qui tutto il suo tesoro. Per nascondere la grotta, Dragut afferrò un pino che pendeva sipra il suo ingresso e lo tirò giù. Il tronco e la terra caduta furono sufficienti a celare la grotta a chi vi si fosse avvicinato.
Dragut si allontanò con la sua nave: non sapeva ancora che lì, in quella che oggi è conosciuta come Cala dell’Oro, non avrebbe più fatto ritorno. Nel 1569 a Malta, durante l’assedio al forte di Sant’Elmo, Dragut morì colpito alla testa da una grossa scheggia di roccia rimbalzata verso di lui a causa di una cannonata. Fu questa la fine di Dragut, il temibile pirata del Mediterraneo, dopo anni di razzie e saccheggi lungo il Mediterraneo. Che storia incredibile, vero? Liberi di crederci oppure no: voi, nel dubbio, non andate a controllare se il tesoro di Dragut sia ancora lì in attesa di qualche fortunato. Non trovereste nulla, se non una bella multa da parte della Guardia Costiera!