
Mio padre me lo diceva sempre da ragazzino, soprattutto d’estate: «Mettiti il cappellino quando esci di casa». E io, ogni volta, lo lasciavo nell’armadio. Perché, indovinate un po’… ho sempre odiato il cappellino come capo d’abbigliamento. Con tutto me stesso. Almeno fino al giorno in cui ho deciso che sarebbe diventato il mio inseparabile compagno di viaggio. Il perché lo scoprirete tra poco…
Intanto mi presento: sono Fabio Liguori, ho 29 anni e sono di Genova. Nella vita ho sempre avuto poche certezze, una fra queste la mia scarsa propensione verso la matematica. Negli anni di scuola, quei calcoli uguali gli uni agli altri mi annoiavano e l’idea di raggiungere un risultato seguendo un metodo già stabilito da qualcuno proprio non mi andava giù. Ai quaderni a quadretti preferivo quelli a righe, dove scrivere temi e raccontare storie durante le ore di italiano.
Nel 2015 mi sono laureato in Scienze Geografiche. Da lì avrei potuto continuare su questa strada, ma come vi ho detto non ho mai amato i percorsi stabiliti, anche se devo molto a quegli anni universitari tra cartine geografiche e bussole. Decisi così di seguire la mia vera passione, il giornalismo: nel 2018 mi sono laureato in Informazione ed Editoria a Genova. Nel 2020 sono diventato giornalista pubblicista collaborando con Mentelocale.it, attualmente sto studiando per un Master in Digital Marketing e Social Media Communication.
Passo dopo passo, la mia avversione verso i percorsi guidati mi ha fatto capire cosa fosse davvero importante per me: avevo bisogno di scrivere liberamente, viaggiare di più, raccontare cultura, curiosità e bellezza dei posti più belli che avrei visitato. Anche perché, grazie alla mia fidanzata, negli anni ho scoperto la montagna e la bellezza di un gesto tanto semplice quanto importante come quello di camminare.
Perchè Il cappellino errante?
Nel 2020 ho deciso di aprire il mio blog di viaggi, ma in meno di due minuti ero già indeciso sul nome da dargli… poi mi rendo conto di una cosa: viaggiando sarei dovuto rimanere per ore sotto il sole e lo stress, tra università e lavoro, aveva già iniziato a far cadere gran parte dei miei capelli: peccato, mi avrebbero fatto comodo difendendomi da diverse scottature. Per viaggiare e tenere la mia testa al sicuro c’era un’unica soluzione: indossare il cappellino.
In un attimo avevo il nome del blog: Il Cappellino Errante. Ho deciso di chiamarlo così per ricordare a me stesso di non dare mai niente per scontato nella vita, perché un acerrimo nemico dei cappelli come me può benissimo ritrovarsi un giorno ad avere in testa un sacco di cappellini diversi ad ogni viaggio. Che poi, alla fine, non mi stanno neanche male. Il mio obiettivo? Tornare da ogni viaggio con un cappellino nuovo di zecca e raccontarvi tante cose utili e curiose sui posti che visito, in città come in montagna. Potrebbero servirvi se deciderete di partire anche voi, perché alla fine un viaggio è un po’ come un cappellino in estate: anche se non lo ammetti a te stesso, ne hai sempre un disperato bisogno!