Tra un’escursione di più giorni in tenda e un trekking spaccagambe, ci sono le cosiddette escursioni tappabuchi. Che poi il termine l’ho inventato io… ma suona bene, no? Passeggiate leggere, di 3 o 4 ore, perfette per i weekend di fine estate, quando l’afa lascia la città e torna l’energia giusta per muoversi un po’ senza strafare. Quell’energia, sul finire dell’estate 2020, è tornata anche a me con l’escursione Portofino Vetta-Semaforo Nuovo.
Domenica 6 settembre. Dopo una bella colazione, ho guardato l’orologio: mezzogiorno. Troppo tardi per pensare a un’escursione lunga, ma qualcosa si poteva ancora fare. Trovandomi già a Sori, ho cercato qualche camminata easy sulla cartina del Parco di Portofino e in pochi minuti avevo la soluzione: un’escursione da Portofino Vetta a Semaforo Nuovo… con variante ad anello.
Sapete chi sono: le cose semplici non mi piacciono, nemmeno di domenica. Così ho allungato il percorso: da Portofino Vetta sono andato verso Pietre Strette. Qui ho seguito le indicazioni per il sentiero che porta a Toca e poi Semaforo Nuovo. Tornato a Toca, ho imboccato il sentiero che attraverso Sequoie e Porcile porta a Semaforo Vecchio. Infine, ho ripreso il sentiero verso Portofino Vetta per tornare al parcheggio dove avevo lasciato la macchina. Per farvi capire meglio, ecco la cartina che trovate sui pannelli lungo il sentiero:

Poco dislivello, panorama mozzafiato, curiosità lungo il percorso e in poco più di 3 ore la camminata è fatta. Anche voi vi svegliate tardi la domenica con la voglia di camminare? Facciamo così, entrate nello zaino e venite con me: tra indicazioni, storia e curiosità vi racconto, tappa per tappa, cosa c’è da vedere in questa escursione Portofino Vetta-Semaforo Nuovo. Così potrete farla anche voi…
Sentiero Portofino Vetta-Pietre Strette: tra gnomi e hotel abbandonato
L’escursione Portofino Vetta-Semaforo Nuovo comincia dal parcheggio di Portofino Vetta, dove arriverete in macchina attraverso la Ruta. Qui una mappa del Parco di Portofino per capire come arrivare. Lasciate il mezzo nel parcheggio e imboccate la scalinata di accesso al Parco.

La scalinata si trova alle spalle dell’Hotel Portofino Kulm, abbandonato e in disuso dal 2013. Un hotel nato agli inizi del Novecento, in piena Belle Èpoque ad opera di Sebastiano Gaggini, imprenditore residente a Parigi che intuì le potenzialità del Monte di Portofino in ottica turistica e vi fece costruire un hotel su modello del Rigi Kulm, sul lago dei Quattro Cantoni. Negli anni, l’hotel ha ospitato personaggi illustri come la Regina Madre Margherita di Savoia, Gabriele D’Annunzio (che suggerì di sostituire il nome Kulm con l’italico Vetta), Guglielmo Marconi e Giacomo Puccini. Oggi, questo gioiello del Golfo è lasciato a sè stesso, a causa di una vertenza legale tra proprietà e gestione, ma dalle finestre è possibile intravedere ancora tavolini e portavivande.

Lasciato alle spalle l’hotel, imboccate il sentiero nel bosco in località Gaixella, tra castagni e carpini neri, seguendo le indicazioni per Pietre Strette (20 minuti da Portofino Vetta, lungo la via seguite il simbolo di un quadrato pieno rosso). Camminando, tenete d’occhio il lato destro del bosco: all’interno di piccole nicchie nel terreno, ai piedi degli alberi, troverete simpatiche famiglie di gnomi (o folletti, chi può dirlo…?) ricavate da tappi di sughero. Come siano finiti lì non si sa, ma hanno tutto l’aspetto di lavoretti natalizi, magari ad opera delle scuole della zona.

Pietre Strette-Toca-Semaforo Nuovo: il sentiero panoramico
Arrivati a Pietre Strette, fulcro del Monte di Portofino, potete approfittare dell’area di sosta attrezzata con tavoli e rubinetto. Ma mica sarete già stanchi, vero? Da qui, seguite i cartelli verso Toca e Semaforo Nuovo (50 minuti da Pietre Strette a Toca, 10 minuti da Toca a Semaforo Nuovo. Tenete d’occhio il simbolo di un triangolo pieno rosso). Il sentiero è decisamente panoramico: mentre camminate, il mare si mostra in tutto il suo splendore, impreziosito dalla baia di San Fruttuoso con la sua abbazia, Cala dell’Oro, le Batterie antiaeree e antinavali e Punta Chiappa.

Ed è stata proprio la panoramicità di questo luogo a spingere verso la decisione, tra il 1880 e il 1890, di installarvi il Semaforo Nuovo, un radiosemaforo di segnalazione sostitutivo del Semaforo Vecchio e, durante la Seconda Guerra Mondiale, una postazione militare.
Tra Semaforo Nuovo e Vecchio: un percorso nella storia
Lasciato Semaforo Nuovo, tornate a Toca e da lì seguite le indicazioni per Semaforo Vecchio, passando per Sequoie e Porcile (da Porcile seguite il simbolo di due triangoli rossi vuoti). In un’oretta sarete sulla spianata di Semaforo Vecchio sopra il Monte di Portofino (610 metri s.l.m.). Qui troverete una caserma: costeggiatene il lato destro (quello con una vecchia pompa per l’acqua). Noterete una traccia che conduce a una roccia più in basso: saliteci sopra per accedere al secondo punto panoramico, che si schiude su Camogli e Rapallo. In mezzo svetta un centro trasmittente bianco e rosso: quello della Rai, inaugurato il 20 settembre 1953.

Sotto il lato meridionale della spianata noterete una base circolare: lì era installato il semaforo vecchio del Monte di Portofino. Conoscete la sua storia? Era parte di una linea di semafori ideati da Charles Chappe, formati da un albero verticale che reggeva alcuni bracci mobili: ad ogni posizione di questi corrispondevano numeri e lettere, con i quali si comunicava a distanza in ambito militare. Intorno al 1807 il semaforo fu costruito sul Monte di Portofino ma nel 1814, scacciato Napoleone, i Savoia smantellarono il sistema.
Con l’arrivo del telegrafo, verso il 1870 fu creata una nuova rete semaforica costiera per sorvegliare il mare che servisse anche come stazione metereologica. Il vecchio semaforo sul Monte di Portofino si trovava troppo in alto, così si scelse una posizione più bassa e vicina al mare dove costruire il Semaforo Nuovo (che funzionò fino agli anni ’50). Il semaforo vecchio fu ristrutturato e durante la Seconda Guerra Mondiale fu costruita lì la Stazione di Identificazione e Avvistamento Contraerea con casermetta, cisterne interrate e lavatoio, visibili ancora oggi.
Ritorno al punto di partenza da Semaforo Vecchio
Visto che storia? Neppure io pensavo di scoprire tutto questo in una normalissima domenica e in così poche ore. Ah dimenticavo, come tornare indietro? Semplice, dalla spianata seguite il sentiero con il simbolo di tre pallini rossi pieni che formano un triangolo e, dopo essere sbucati sullo sterrato che avete percorso all’andata, procedete a ritroso per tornare a Portofino Vetta.

Continuate sempre dritti e… voilà: con l’escursione Portofino Vetta-Semaforo Nuovo in poche ore siete rigenerati, acculturati e belli sudati, che volete di più dalla vita? Giusto, una doccia… quella la fate una volta a casa. Alla prossima avventura erranti! 🙂
Buongiorno,
itinerario molto interessante.
Può essere adatto anche per una escursione di metà novembre?
grazie
Buongiorno Fabio,
direi proprio di sì, ovviamente con un abbigliamento adatto al clima. Il periodo perfetto per questa camminata resta comunque la tarda primavera, l’estate (da evitare agosto) o fine estate, ma secondo me il mese di novembre può regalare sorprese! Occhio però alle piogge, numerose in Liguria in questo periodo.
Una volta fatta, fammi sapere come è andata! 😉
A presto!