Per chi ama il trekking, la Liguria ha proprio tutto: ha sia le camminate sul mare che quelle sui monti. Ha perfino un monte con una spada conficcata nella roccia. Sì, avete capito bene, non sono matto. Pensavate esistesse solo nel cartone animato? Beh, non è così. Questa spada, che ancora oggi è in grado di raccontare leggende e misteri, si trova sul Monte Gifarco in Val Trebbia, una valle definita da Hemingway come “la più bella del mondo! Volete sapere come arrivare al Monte Gifarco e toccare con mano la spada?
Uno dei punti di partenza più classici è Fontanigorda, un piccolo borgo circondato da boschi di faggi e castagni. Piccola curiosità: sapete perchè si chiama così? Il nome in origine era Fontis Ingurdae, poi tradotto in Fontana Ingorda e infine nel nome attuale. Nel paese troverete infatti ben 13 fontanelle costruite nel 1893. Da Fontanigorda potete semplicemente arrivare al Monte Gifarco (a 1381 metri) in circa 2 ore e poi fare il sentiero a ritroso. Oppure, come ho fatto io, potete percorrere un anello che dopo Monte Gifarco prosegue per Monte Roccabruna (1420 metri), poi per Passo di Esola e si chiude facendo ritorno a Fontanigorda: il tutto per poco più di 4 ore e 30 minuti e un dislivello in salita e in discesa di 700 metri.
Sono stato sul Monte Gifarco e ve lo dico subito: non sono diventato re (quindi non sperate di diventarlo anche voi), la spada è rimasta lì al suo posto, ma toccarla con mano una volta arrivati in cima è a suo modo un’emozione. Volete provarla anche voi? Ecco come arrivare al Monte Gifarco e come chiudere l’anello.
Come arrivare al Monte Gifarco da Fontanigorda
A Fontanigorda potete parcheggiare l’auto (o la moto, arrivateci un po’ come volete) nel grande piazzale del paese. Qui vedrete una delle tante fontanelle del borgo: a destra di questa prendete il sentiero poetico Giorgio Caproni, assiduo frequentatore della Val Trebbia.

La gente di Fontanigorda ha talmente nel cuore Caproni e le sue poesie da avergli dedicato un percorso che conduce al Bosco delle Fate, un’area attrezzata con giochi per bambini e campi da bocce, al riparo dal sole e protetto dagli alberi.

Seguite il sentiero 226 per un brevissimo tratto e poi al bivio prendete il sentiero 203 a destra verso Passo del Gifarco. Da adesso, seguite il segnavia di un cerchio giallo: la strada si manterrà ampia e dolce per un lungo tratto, inoltrandosi nella faggeta.

Procedete per circa 4 km sempre seguendo il cerchio giallo. Si continua prima in lieve salita, poi in piano, finché non si nota il segnavia che si stacca lungo un ripido sentiero a destra. Si sale nel bosco di faggi e abeti, poi si piega a sinistra e si taglia in orizzontale, con vista sui monti Gifarco e Roccabruna. Con un’ultima salita arriverete al Passo Gifarco (1268 metri). Subito dopo transita il sentiero segnalato con un cerchio giallo pieno: seguitelo verso sinistra per raggiungere un bivio dove si continua ancora a sinistra. Salirete tra bosco e radure passando sotto la parete est del Monte Gifarco, poi si raggiunge un secondo bivio.

Per salire al Monte Gifarco, piegate a sinistra su un sentiero indicato con tre puntini gialli. Sono ben visibili.

Occhio all’ultimo tratto verso Monte Gifarco, reso complicato da un passaggio molto stretto tra le rocce, soprattutto durante l’autunno in cui umidità e piogge possono rendere in terreno scivoloso (consiglio di chiudere i bastoncini da trekking qui). Questa sarà l’ultima fatica prima della vetta: quando arriverete in cima lei sarà lì ad aspettarvi, piccola ma affascinante: la spada nella roccia del Monte Gifarco! Cliccando sul link potete scoprire la leggenda della spada di Monte Gifarco.

Monte Roccabruna e ritorno a Fontanigorda
Se dopo esservi fatti le foto di rito vicini alla spada pensate che l’impresa possa dirsi conclusa, allora non dovrete far altro che percorrere il sentiero a ritroso fino a Fontanigorda. Se invece avete ancora energie, tornate ai piedi di Monte Gifarco e riprendete il sentiero principale che avevate lasciato. Il sentiero prosegue fino a un terzo bivio. Qui lasciate a destra il sentiero segnalato con un cerchio giallo pieno per seguire a sinistra il cerchio giallo vuoto. Seguitelo fino ad arrivare sulla cima del Monte Roccabruna, dove vi attende un panorama imperdibile sulla Val Trebbia e la Val d’Aveto.

Ora, come chiudere l’anello? Abbastanza semplice. Tornate ai piedi del Roccabruna e riprendete il sentiero segnalato con il pallino giallo pieno.

Seguite il segnavia fino ad arrivare, dopo circa 2 chilometri, al Passo di Esola. Qui, prendete il sentiero (numero 204) verso sinistra segnalato da una croce gialla, che scende dolcemente nel bosco.

Seguite questo segnavia per circa 3 chilometri e mezzo, passando in un tratto a sinistra del Lago Margotta. Se volete tagliare un buon pezzo di sentiero, poco prima del Lago troverete un bivio verso sinistra contrassegnato da tre pallini gialli. Questi vi riporteranno sul sentiero 203 e a quel punto non dovrete far altro che ripercorrerlo a ritroso per tornare a Fontanigorda. Se invece per voi di tagliare non se ne parla (così mi piacete!) dopo il Lago proseguite seguendo la croce gialla e sbucherete sulla strada provinciale 18.
Scendete a sinistra lungo la strada e dopo pochi metri sulla sinistra troverete l’indicazione per Bosco delle Fate (tre pallini gialli). Rimettetevi quindi sul sentiero che vi riporterà in poco tempo al grande piazzale di Fontanigorda, dove la vostra avventura ha avuto inizio. Tornando alla macchina vi renderete conto di una cosa: è vero, non siete diventati re neanche oggi, ma in cuor vostro vi sentite comunque un po’ più ricchi, vero?
Se volete fare anche voi questo sentiero, in questo link trovate il percorso gps dell’anello del Monte Gifarco.