
Mappa del trekking Passo del Cerreto-Alpe di Succiso: in blu l’andata (punto verde la partenza, punto viola l’arrivo), in arancione il ritorno. In blu tratteggiato il sentiero in cresta.
Difficoltà: elevata (EE la salita, E la discesa);
Tempi di percorrenza: 6-7 ore circa;
Quota massima: 2.017 metri s.l.m.;
Dislivello: 755 metri circa;
Periodo ideale per l’escursione: da giugno a ottobre (ma evitate luglio e agosto);
Punti d’interesse e info utili: cippo napoleonico, Prataccio delle Sorgenti del Secchia, sentiero ferrato dopo il Passo di Pietratagliata, punto panoramico
Vi ricordate quando, nell’articolo sull’escursione Portofino Vetta-Semaforo Nuovo, vi ho parlato delle escursioni spaccagambe? Ecco, pochi giorni fa ho deciso di aggiungerne una alla mia collezione. Niente scarpe da ginnastica questa volta, solo fiato, gambe e voglia di salire fino a 2.017 metri con il trekking Passo del Cerreto-Alpe di Succiso. Si tratta di uno fra i monti più alti dell’Appennino Tosco-Emiliano: situato nel comune di Ventasso in Emilia Romagna, sovrasta il Passo del Cerreto e il passo del Lagastrello.
Come arrivare al punto di partenza del trekking? Le indicazioni stradali
Ma come arrivare al Passo del Cerreto? Dall’uscita autostradale di Aulla seguite le indicazioni per il Passo del Cerreto, lasciando a destra la strada per la Foce dei Carpinelli e passando oltre il paese di Fivizzano. Da lì una salita vi porterà al Passo del Cerreto (1.261 m). Da Reggio Emilia invece seguite la strada statale per il Cerreto, sorpassando Casina, Marola e Castelnovo ne’ Monti ed entrando nella valle del Torrente Secchia.
Il trekking Passo del Cerreto-Alpe di Succiso parte dall’Albergo Bar Ristorante Passo del Cerreto, tra Toscana ed Emilia Romagna, dove potete parcheggiare la macchina e fare colazione prima di partire. Se la fame è tanta già dal mattino (consiglio di iniziare l’escursione non dopo le 10), potete optare per una colazione da veri reggiani con una bella fetta di erbazzone. È una torta salata composta da un impasto di bietole lesse, uovo, scalogno, cipolla, aglio e Parmigiano Reggiano racchiuso in due strati di pasta. In provincia di Reggio Emilia è un piatto molto comune, pensate: al bar ho beccato una signora che lo mangiava insieme al caffè. E io che mi sentivo strano perchè, da buon genovese, inzuppavo la focaccia nel cappuccino…
Trekking Passo del Cerreto-Alpe di Succiso: a chi è dedicata l’escursione?
Devo dirlo: ci ho pensato più volte prima di decidere di parlarvi di questa escursione. Perchè non è un’escursione per tutti: la salita ripida verso il Passo di Pietratagliata e il sentiero da percorrere in cresta (non adatto a chi soffre troppo di vertigini) rendono questa camminata una sfida riservata ai più esperti. Però poi ho pensato: Il cappellino errante è per tutti, principianti e non. Quindi: se vi state avvicinando al trekking, leggete l’articolo ma per ora lasciate perdere l’escursione (per voi pubblicherò tanti itinerari adatti a tutti sul blog), potrete farla una volta diventati più esperti (lo diventerete, ne sono sicuro). Se invece esperti lo siete già, equipaggiatevi con l’abbigliamento giusto per fare trekking e siete pronti a partire.
Da Passo del Cerreto alla Piana delle Sorgenti del Secchia: un sentiero nel bosco di faggi
Proprio dietro il bar ristorante troverete un cartello che indica il sentiero 00 (esatto, come la farina).

Seguite le indicazioni per le Sorgenti del Secchia (1 ora e 30 minuti da lì) imboccando un sentiero quasi interamente pianeggiante, con protagonisti prati e boschetti di faggio. Fagus Sylvatica per l’esattezza, l’unica specie in Italia diffusa sulle Alpi e proprio sugli Appennini. Non sarà difficile orientarsi nel bosco, anche perchè il sentiero è ben segnato: seguite la pittura bianca rossa e azzurra sui tronchi degli alberi.

Usciti dal bosco, la vista si apre sul Passo dell’Ospedalaccio: di fronte a voi troverete il monte che dà il nome al passo. Attraversate il prato aggirando il rilievo sul versante settentrionale: incontrerete uno sterrato verso destra che porterà ad un bivio, caratterizzato da un tabellone con cartina e un cippo napoleonico, simbolo dell’impero di Napoleone. Il cippo del Passo dell’Ospedalaccio segnava il confine della Repubblica Cisalpina, risalente al 1812. Nei pressi del cippo, guardate a sinistra: vedete un sentiero che sale? Bene, imboccatelo: attraversati altri boschetti di faggi, salirete di quota ai limiti di una pineta, fino a raggiungere un altro bivio (quota 1.370 circa).

Qui salutate il sentiero 00 e prendete il nuovo sentiero 671, che sale in diagonale tra prati con vista e indovinate un po’… boschetti di faggio! In circa mezz’ora arriverete alla radura del Prataccio delle Sorgenti del Secchia (1.506 metri), una conca erbosa di origine glaciale attraversata da due ruscelli, tra cui appunto il Secchia. La piana è circondata dalle cime della Tecchia dei Corvi, del Monte Alto e dell’Alpe di Succiso.

Dalla Piana del Secchia al Passo di Pietratagliata: la vera salita comincia adesso
Fin qui tutto semplice e rilassante, no? Pensate sia tutto troppo bello per essere vero? Eh… avete ragione. Al bivio che troverete nei pressi della Piana, lasciate a destra il sentiero 675 (lo incontrerete più tardi, al ritorno) e proseguite sul sentiero 671: supererete un’altra piccola radura e vi troverete al cospetto delle sorgenti del Fiume Secchia (nulla di sbalorditivo, in fondo la sorgente è solo un tubo, ma dal quale sgorga acqua fresca e potabile). Ricaricate la borraccia signori miei, vi servirà: la vera salita comincia adesso.

Alle sorgenti, piegate a destra in una salita ripida tra prati e boschetti, poi inserite la prima marcia alle vostre gambe. Più in alto affronterete una ripida mulattiera di arenaria che fra tornanti e curve più dolci vi porterà al Passo di Pietratagliata (1.779 metri), un valico a metà tra Monte Alto e Alpe di Succiso. Questo vuol dire solo una cosa: la strada in salita non è ancora finita e il bello deve ancora arrivare. Per l’Alpe di Succiso servono ancora una cinquantina di minuti.

Da Passo di Pietratagliata all’Alpe di Succiso: fare o non fare la strada ferrata?
Arrivati al Passo, è il momento di salire la cresta sud dell’Alpe di Succiso continuando sul sentiero 671. Dopo un ripido e piccolo tornante, però, sarete chiamati a scegliere: potete salire in cresta con una breve strada ferrata (dedicata ai più esperti, esposta e piuttosto pericolosa se non avete con voi un kit da ferrata), oppure seguire sulla destra un sentiero ugualmente esposto ma più sicuro, perchè aggira la parte di strada ferrata sul versante orientale per poi risalire sul filo di cresta. Che siate esperti o novelli, io vi consiglio caldamente questa seconda alternativa per non incappare in qualche brutta caduta.
Ok, diciamo che la parte più “pericolosa” del trekking Passo del Cerreto-Alpe di Succiso è andata. A questa benedetta Alpe di Succiso però dobbiamo ancora arrivarci. Una volta in cresta, la strada si fa più ampia ed erbosa: si prosegue su uno spallone panoramico (siamo a 1898 metri), quindi si riprende a salire lungo il crinale.

Vi sembrerà infinita la strada, ma fidatevi, siete quasi arrivati: ancora qualche salita contornata da piccole rocce e quello che vi troverete di fronte una volta arrivati in cima vi ripagherà di tutto lo sforzo: allora saprete di essere arrivati in cima all’Alpe di Succiso, a 2.017 metri di altezza.

La strada del ritorno: in discesa fino al Passo del Cerreto
Percorrete la cresta orientale dell’Alpe (sentiero 667), passando oltre un grande ometto di sassi: arriverete dopo alcuni minuti alla Sella del Casarola (1.963 metri). Qui seguite le indicazioni per tornare, con una discesa piuttosto ripida, alle Sorgenti del Secchia (sentiero 675).

Dopo poco più di un’ora di cammino, vi ritroverete alla Piana delle Sorgenti, che nel frattempo avrà cambiato look, vestendosi dei colori del tramonto…

Dalla Piana potete scegliere fra due strade, in base a quanto siete stravolti. Perchè sì salire è dura, ma scendere con le gambe già stanche è ancora peggio. Potete riprendere il sentiero 671, ripido ma più veloce, oppure continuare sul sentiero 675, più lungo ma molto più pianeggiante. Io, che soffro più la discesa rispetto alla salita, ho scelto la seconda alternativa. Entrambi i percorsi sono destinati comunque a ricongiungersi nei pressi di Passo dell’Ospedalaccio, dove dovrete seguire a ritroso il sentiero 00 per sbucare al Passo del Cerreto, dove l’avventura ha avuto inizio.
Cena in trattoria dopo il trekking: tra Fortezza della Verrucola e… sgabei!
Se arrivati alla macchina non ci vedete più dalla fame, allora fermatevi per cena, reintegrate le energie e poi ripartite. Ma dove e cosa mangiare? Il mio consiglio è quello di recarvi a Verrucola, una frazione del comune di Fivizzano (circa 17 km dal Passo). Tra Liguria e Toscana, il territorio della Lunigiana è infatti ricco di eccellenze gastronomiche e cultura. Dopo una ventina di minuti di macchina, noterete alla vostra destra un castello e alla vostra sinistra un parcheggio…

Quella alla vostra destra è la Fortezza della Verrucola, una costruzione risalente al XII secolo. Conserva tutt’oggi gli elementi di un castrum medioevale, con un sistema di fortificazioni tipico di un dominio feudale. E sapete qual è la cosa più curiosa? Il fatto che oggi il castello sia una residenza privata e che sia abitato! Fate un giretto nei dintorni del castello se vi va. Ma prima… la cena.
Proprio a Verrucola c’è La Locanda al Castello, una trattoria semplice ma sincera come il territorio della Lunigiana. Potete assaporare un piatto di tagliatelle alla farina di castagne, magari con funghi porcini se il periodo lo permette. Ma senza dubbio, vi consiglio di provare gli sgabei.

Si tratta di pasta per il pane lievitata, tagliata a strisce, fritta nell’olio e salata in superficie. Nella tradizione lunigiana, gli sgabei vengono spesso serviti con affettati o formaggi. Assieme a tutto questo ben di dio, un bel bicchiere di vino della casa non può mancare. Perchè, come è scritto su una parete della trattoria, nel vino c’è la saggezza, nella birra c’è la forza e nell’acqua… beh… nell’acqua ci sono i batteri.
Accattivante! Verrebbe voglia di rifarlo…soprattutto l’ultima parte
Grazie Danilo! 🙂 Ti consiglio di rifarlo con la compagnia giusta, come ho fatto io 😉
Ciao Fabio
Stavo cercando una escursione da fare con partenza Cerreto Laghi ed ho trovato questa tua sul Monte Succiso. Ho fatto esattamente il percorso da te indicato.
Una escursione impegnativa, ma molto appagante in ambiente alpino meraviglioso. Grazie per la dritta soprattutto nella parte riguardante il percorso da seguire dalle Sorgenti del Secchia e dopo il Passo di Pietra Tagliata.
Un saluto da un Ligure Apuano.
Ciao Fabio!
Grazie mille del commento, sono davvero felice che l’articolo ti sia stato utile. È stata un’escursione bellissima per me e non potevo non consigliarla! 😊 Continua a seguirmi, ne vedrai e leggerai delle belle! 😉