Questa volta taglio tutti i preamboli e vengo subito al dunque, c’è tanto di cui parlare: oggi vi porto in Val d’Aveto. I liguri la conoscono senz’altro, ma potrebbe essere nuova ai turisti. Si tratta di una vallata situata tra Liguria ed Emilia-Romagna, tra la città metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza. Se amate il trekking, semplicemente non potete perdervela: nel Parco Naturale Regionale dell’Aveto sono tante le escursioni da fare. Una di queste è forse la più iconica: l’escursione sul Monte Penna. È la vetta più elevata del Parco: 1735 metri s.l.m. Non proprio il K2 in effetti, ma l’escursione sorprende per la varietà del paesaggio e soprattutto per la vista panoramica, senza dimenticare il tratto di ferrata che dà alla camminata quel tocco di avventura in più.
L’escursione sul Monte Penna parte dal Rifugio Casermette del Penna in Val d’Aveto (cliccate qui per scoprire come raggiungere il Rifugio Casermette del Penna in auto). I tempi di percorrenza? In circa 2 ore e 30 minuti sarete sul Monte Penna, dopo circa 6,4 km di cammino. Occhio però: l’ultimo tratto di ferrata attrezzato con catena fissa è consigliata solo a escursionisti esperti in quanto prevede tratti esposti. Sapevatelo. In ogni caso, potete anche raggiungere il Monte Penna percorrendo il sentiero che attraverso il Passo dell’Incisa arriva in vetta.
Ma quindi a questo benedetto Monte Penna come ci si arriva? Giusto, avevo detto niente preamboli. Ve lo spiego subito…
Escursione sul Monte Penna: come arrivare?
Il sentiero verso il Monte Penna (segnavia A5) parte dal Passo del Chiodo, a pochi minuti a piedi dal rifugio Casermette del Penna. Non dovrete far altro che tenere bene a mente il segnavia A5 e seguirlo sempre.

Dal Passo del Chiodo il sentiero conduce in breve tempo alla stretta valle che per la sua forma caratteristica, che ricorda una chiglia, viene detta anche “La Nave”. I geologi classificano questa forma geologica come “Deformazione gravitativa profonda di versante” (DGVP)

Passata La Nave, proseguite verso il Monte Penna. Da qui, mancano circa 50 minuti. Incontrerete dapprima il sentiero che da Gramizza arriva in vetta, segnato con un triangolo giallo pieno, e più in alto il sentiero CAI 871 che arriva dal versante emiliano.

Terminato un tratto nel bosco, ecco la sella che divide il Monte Penna dal Monte Pennino (il suo fratello minore, se così si può dire). Lo vedrete in tutta la sua bellezza mentre salirete verso il tratto di sentiero più esposto.

E qui viene il bello: vedete davanti a voi delle catene attaccate alla roccia? Bene, state per cominciare il tratto di ferrata. Vi serviranno braccia buone e… meglio se non soffrite di vertigini. Se vi può aiutare, ho scritto un articolo su come superare vertigini e paura delle altezze in montagna, dateci una letta!

Terminata la ferrata ve ne accorgerete da soli: siete finalmente arrivati in cima al Monte Penna! Il panorama da lassù incanta lo sguardo: se avrete la fortuna di beccare una bella giornata limpida potrete ammirare l’Arcipelago Toscano, la Corsica e l’arco alpino occidentale. Sulla cima del monte si trovano una statua dedicata alla Vergine e una Cappelletta: qui dentro, oltre a trovare riparo in caso di pioggia, potrete anche lasciare un messaggio.
Il sentiero del ritorno: come chiudere l’anello
Prima di scendere dal monte, ammirate ovviamente il panorama e anche le fioriture che potrete trovare nella buona stagione: tra le specie più curiose e interessanti ci sono il giglio di San Giovanni, l’anemone alpino e la viola di Cavillier. La discesa dal Monte Penna avviene lungo il sentiero segnato con un quadrato giallo pieno e una croce gialla: il sentiero, attraverso una faggeta un tempo sacra per gli antichi Liguri Veleiati, vi porterà al Passo dell’Incisa, storico crocevia che metteva in comunicazione la Val d’Aveto con il Parmense e la Toscana.
Seguite infine lo sterrato in discesa che dal Passo dell’Incisa porta alla strada asfaltata che collega Amborzasco al Rifugio Casermette del Penna. Et voilà: l’anello del Penna è concluso. Aspettate però. Per chiudere in bellezza, entrate nel rifugio e ordinate qualcosa da stuzzicare. Un consiglio? Niente è meglio di una bella birretta e un tagliere di salumi e formaggi locali, da gustare rigorosamente in compagnia. Ve lo siete meritato!
Grazie,riuscite a far sognare anche chi non può fare queste strepitose , meravigliose ed emozionanti esperienze